Partiamo da questi dati…

Cervelli femminili e maschili

Siamo governati dal nostro cervello e dalle nostre emozioni oltre che dai nostri…governanti.

Il cervello è il mediatore di tutti gli accadimenti interiori ed esteriori. Il nostro cervello filtra ed elabora consapevolmente o inconsapevolmente l’ambiente biologico interiore e le risposte a ciò con cui esteriormente entriamo in contatto.

Questo organo è uno dei più complessi e affascinanti elementi del nostro corpo, è composto da un centinaio di miliardi di cellule nervose e al 60% di grassi, grassi che sono essenziali per la nostra performance.

La comunicazione all’interno del nostro corpo viaggia attraverso segnali elettrochimici da neurone a neurone (cellule nervose) e si muove alla velocità di circa 430 chilometri orari formando capacità connettive stimate in 1000 trilioni.

Il cervello è virtualmente classificato come un contenitore con illimitate capacità. Per questo motivo è utile nutrirlo al meglio e tutelarlo dagli incidenti, dal trauma cranico, dall’uso e dall’abuso di sostanze psicotrope.

Per poter comprendere meglio l’importanza della tutela che dovremmo riservare alla nostra testa è bene fornire alcune spiegazioni ulteriori. Per esempio: nelle patologie come l’Alzheimer i neuroni si danneggiano o smettono di funzionare causando problemi di memoria; quando parte dei neuroni della materia grigia del cervello muore la diagnosi è la malattia del Parkinson; quando ci viene riferito che un nostro conoscente ha avuto un ictus, ciò significa che l’arteria che portava sangue ad una determinata area cerebrale si è occlusa o si è rotta (emorragia) causando la morte di quelle specifiche cellule che non hanno ricevuto ossigeno. Questi sono solo alcuni esempi di problemi legati alle patologie del cervello.

Io sviluppo del cervello si protrae sino all’età di 25 anni, ossia sino al completamento anatomico del lobo frontale. Quest’ultimo è sorprendentemente responsabile della supervisione e delle funzioni esecutive, del carattere, del movimento, dei comportamenti sessuali e sociali, della spontaneità, del controllo degli impulsi, del giudizio, dell’orientamento nello spazio e della propriocezione (la sensibilità sia conscia che inconscia, che ci permette di percepire il nostro corpo all’esterno anche senza l’aiuto della vista), quindi della cognizione (ossia la capacità soggettiva che abbiamo nel percepire il mondo e di relazionarci con gli altri).

Sebbene la grandezza della massa cerebrale non sia indicativa di “accrescimento intellettuale” o di maggiore intelligenza, il genere maschile sembra avere un cervello più pesante, stiamo parlando di una media di 1,3 Kilogrammi. A supporto di quanto riportato si fa presente che l’analisi post-mortem effettuata sulla porzione di massa cerebrale di Albert Einstein, conferma la tesi e cioè che a cervello più grande non corrisponde intelligenza maggiore.

In uno studio condotto sui due emisferi cerebrali – destro e sinistro- su un numero ben rappresentativo di ambedue i generi, è stato scoperto che nella donna è presente una più spiccata attività di coordinamento tra i due emisferi del cervello (i due emisferi sono separati dal corpo calloso ossia una sezione che li divide), attività che si pensa sia legata alla maggiore grandezza del corpo calloso nella donna, mentre l’attività cerebrale dell’uomo è più strettamente coordinata all’interno della regione locale.

Le differenze tra i due cervelli, oltre alla questione cromosomica XX per le femmine e XY per i maschi, sembrano essere legate alla questione ormonale, ossia alla diversa produzione e presenza di ormoni maschili e femminile (androgeni come il testosterone, e estrogeni come l’estradiolo).

E’ curioso sapere che a prescindere dal sesso, la vita dentro all’utero inizia dallo stesso punto, difatti i genitali dei feti sono gli stessi, ossia morfologicamente femminili. Poi, nel caso del maschio, accade che a metà della gestazione il feto viene sollecitato da una grande quantità di testosterone che finisce per definire sia la forma del corpo che quella del cervello.

Differenze e… CURIOSITA’

La ricercatrice Diane Halpern (1999) nel suo libro rivelava alcune intricate differenze tra i sessi. Per esempio, il genere femminile mediamente ottiene migliori risultati su tutte le materie scolastiche, nel genere maschile ci sono un maggior numero di rappresentatività sia tra i geni intellettuali che sui soggetti con disabilità mentale.

La Halpern, avendo condotto una ricerca sulle differenze comportamentali uomo – donna, aveva catalogato un sostanzioso numero di differenze comportamentali legate al genere. Per esempio, l’elemento che l’uomo contesta alla donna è la sua “parlantina” ossia le sue abilità verbali sono riconosciute dalla ricerca scientifica, come anche la capacità di comprensione di una lettura, e le abilità di scrittura.

Le donne si distinguono anche nelle percezioni visive, sono più veloci. E poi anche nell’uso e nel controllo di piccoli muscoli del corpo, nell’uso della mani per manipolare gli oggetti e nella memoria a lungo termine.

Gli uomini invece hanno una capacità migliore rispetto alla memoria di lavoro ossia l’elaborazione di compiti cognitivi di alto livello come per esempio i calcoli a mente, l’organizzazione del lavoro, la capacità di risolvere problemi pragmaticamente. Hanno più sviluppate le abilità visuo-spaziali come l’attitudine di immaginare la rotazione di un oggetto nello spazio, quindi l’orientamento. Per questo gli uomini sembrerebbero possedere una maggiore attitudine alla guida.

Inoltre il genere maschile usa un diverso approccio rispetto alla donna quando si tratta di orientamento nello spazio. Ossia, quando si tratta di calcolare gli spostamenti, valuta la velocità, la direzione, il punto di partenza e il tempo di percorrenza, mentre le donne si organizzano per punti di riferimento.

Già tra i neonati di due o tre mesi si nota la differenza tra i due generi, per esempio nei maschietti si impara prima a riconoscere gli oggetti mentre le bambine della stessa età imparano prima a distinguere i volti e poi a parlare. Anche da adulti la differenza resta, l’uomo infatti è più orientato a trafficare con gli oggetti mentre la donna ad occuparsi delle persone. La donna ha una mente duale poiché preposta alla procreazione e come non essere anche multitasking? Mentre prepara la cena ascolta la lezione del figlio del giorno dopo, apparecchia – e ha già pensato a l’igiene personale di tutti, a prepararli per la notte, a caricare la lavastoviglie e a chiudere la sua giornata lavorativa.

Benché siamo in presenza di svariati studi comprovanti quanto esposto sopra bisogna comunque considerarlo come un riferimento orientativo, difatti occorre tenere presente che i dati variano a seconda dell’età, delle culture, dell’ambiente dove si nasce, si cresce e si socializza, i mezzi a disposizione per l’autodeterminazione, il perfezionamento degli studi, i contesti ai quali si viene esposti.

La natura ha diversificato le attitudini e quindi i ruoli per entrambe i sessi affinché questi si compensassero. Poi la cultura di appartenenza ci completa. Secondo il filosofo Umberto Galimberti “la cultura è più incisiva della personalità”. Pertanto non esiste una differenza di genere che vede primeggiare il femminile sul maschile o viceversa.

Ogni uomo ha una parte femminile ed ogni donna ha una parte maschile, sviluppatasi a seconda dell’importanza che a ciascuna di esse è stata data nella nostra crescita.

Esiste un antico dibattito nella scienza che ormai sembrerebbe giunto a conclusione “nature vs nurture”, ossia ci si è sempre chiesto se è la nostra genetica – nature – a delineare la nostra personalità o se sia l’ambiente – nurture – ad essere più incisivo. Le correnti di pensiero attuali si orientano su una compartecipazione di entrambe le due. Quindi definire che ci si ammala per ereditarietà genetica, è una visione miope della realtà. Alcune patologie potrebbero restare latenti se non vivessimo in un ambiente che favorisse la loro slatentizzazione, forse un trauma, forse un contatto ravvicinato con situazioni malsane, ed ecco che familiarità e ambiente si incontrano.

In conclusione…IL NEMICO

Da donna e da psicologa: il conflitto tra le persone è legato a problemi di comunicazione, e questo è fondamentale. Tuttavia esiste un altro grande nemico, “l’aspettativa” verso l’altro, ossia pensare che l’altro debba avere una stessa struttura di pensiero che lo faccia ragionare come noi e quindi giungere alle nostre stesse conclusioni, e questo vale per entrambi i sessi. In verità sia da una parte che dall’altra ci aspettiamo delle risposte e delle reazioni che non sono nemmeno contemplabili nell’altro, figuriamoci se riproducibili. Quindi se vogliamo rendere meno aspre le nostre reazioni, o i nostri conflitti – oltre ad apprendere qualche rudimento di tecniche di comunicazione – occorre evitare di proiettare sull’altro aspettative confacenti solo a noi stessi.

Dott.ssa Elisa Orlandi